La normativa italiana sul radon

Normativa di prevenzione e controllo della esposizione al radon in ambienti di lavoro confinati sotterranei

L’entrata in vigore del DLs 241/00 ha attivato un complesso processo di monitoraggio degli ambienti di lavoro contro il “Rischio Radon”. Un aspetto completamente nuovo della normativa è quello di avere di fatto equiparato il rischio di esposizione alle radiazioni naturali a quello dei radionuclidi artificiali.

Il D.Lgs 230/95, con le integrazioni apportate dal D.Lgs 241/2000, prevede obblighi specifici per gli esercenti di attività lavorative nelle quali la presenza di sorgenti di radiazioni naturali può determinare un significativo aumento dell’esposizione dei lavoratori. Gli esercenti di attività in luoghi di lavoro sotterranei devono procedere con la misura delle concentrazioni di attività radon medie in un anno.

La legge prevede due tipologie principali di luoghi in cui effettuare le misurazioni


  1. Art.10 bis, comma 1, lettera a)
  2. attività lavorative in tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei o interrati: il datore di lavoro è tenuto ad effettuare la misurazione della concentrazione di radon entro 24 mesi dall'inizio dell'attività, secondo linee guida emanate dalla cosiddetta Commissione "radon" istituita dall'art. 10septies. Regime transitorio: l'obbligo predetto entra in vigore il 1 marzo 2002, fermo restando i 24 mesi di tempo, a partire da quest'ultima data, per effettuare le misure (art.37, comma 2, 241/00).
  3. Art.10 bis, comma 1, lettera b)
  4. attività lavorative in superficie in zone ben individuate: l’individuazione è effettuata dalle Regioni e Province Autonome, secondo le linee guida della Sezione speciale della Commissione tecnica per le esposizioni a sorgenti naturali di radiazioni. Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare le misure di concentrazione di radon, a partire dai locali seminterrati o al piano terreno, entro 24 mesi dall'inizio dell'attività o dall'individuazione.

Si precisa che la normativa vigente prevede il monitoraggio di tutti gli ambienti di lavoro che rientrano nelle due categorie definite dalla legge: vale a dire gli ambienti con le caratteristiche di piani interrati o comunque sotterranei e quelli ubicati nelle aree ad elevato potenziale radon individuate dalle regioni e dalle province autonome. A norma di legge, le misurazioni negli ambienti di lavoro, ai fini dell’applicazione della legge, devono essere effettuate da laboratori idoneamente attrezzati e qualificati.



Perché il radon è pericoloso per la salute umana?

In quanto elemento radioattivo, il radon decade, emettendo radiazioni, in una sequenza di elementi radioattivi presenti nell’aria che possono depositarsi sul tessuto polmonare, aumentando il rischio di attivare un processo cancerogeno. Il danno è dovuto all’irraggiamento del tessuto polmonare da parte delle particelle emesse dal radon e da altre sostanze da esso prodotte. Nel 1988 è stato classificato dallo WHO/IARC come un cancerogeno di gruppo 1. E’ il secondo agente di rischio di tumore polmonare, dopo il fumo di tabacco.


Come fa il radon a infiltrarsi negli edifici e negli ambienti chiusi?

Il radon, che si sviluppa nel sottosuolo dai minerali di uranio, è presente praticamente in tutte le aree geografiche del nostro paese. Il radon sale in superficie passando per gli strati permeabili del terreno e si libera nell’aria. Il trasporto di radon dal suolo all‘interno di un edificio avviene con l’effetto camino: una lieve depressione all’interno degli edifici causa un‘aspirazione di aria “carica” di radon dal sottosuolo mentre l‘aria calda che sale verso l'alto innesca un processo di trasporto dagli scantinati ai piani superiori. Quando questo gas (incolore, insapore ed inodore) s’infiltra negli ambienti chiusi, genera prodotti di decadimento radioattivi che restano in sospensione nell’aria.


Come si rileva la presenza di radon in un ambiente chiuso?

Esistono due princpali tipologie complementari di misura del radon:

  • Misure attive
  • Queste misure restituiscono la concentrazione istantanea del radon in un ambiente; tuttavia esse non posso essere indicative sull’esposizione alle radiazioni subite dagli occupanti dell’ambiente perché, ai fini del calcolo del rischio da esposizione, occorre rilevare la concentrazione media.
  • Misure passive
  • Le misure passive vengono effettuate con semplici dispositivi che misurano la concentrazione media del radon in un arco temporale sufficientemente ampio per avere rilevanza statistica.

Technoradon possiede il brevetto italiano ed internazionale del più evoluto ed affidabile strumento di misurazione passiva del radon attualmente presente sul mercato.
Technoradon implementa entrambe le tecniche di miusra (attive e passive) al fine di elaborare un report dettagliato ed accurato sul rischio per un immobile o per un singolo singolo locale.



Quali sono le azioni tecniche di rimedio al problema radon?

Le principali azioni di rimedio alla presenza del rischio radon si possono suddividere in due categorie principali:

  • Misure edili preventive
  • La prevenzione si effettua principalmente a livello delle fondamenta. Una platea di fondazione in calcestruzzo ermetica e senza interruzione offre un‘efficace protezione contro le infiltrazioni di radon, a condizione che i fori per il passaggio di cavi e condotte siano conformi. A causa della loro permeabilità, i pavimenti naturali di ghiaia o terra sono poco indicati.
  • Risanamento di edifici esistenti
  • Per risanare un edificio esistente occorre innanzitutto isolare tutti i punti non ermetici. Per esempio, i pavimenti naturali in terra o ghiaia andranno sostituiti con un pavimento in calcestruzzo. Tuttavia, se il tenore di radon è elevato non è sufficiente limitarsi alle misure di isolamento. Per gli edifici situati nelle regioni a elevata concentrazione di radon occorre prevedere un sistema di messa in depressione del suolo sotto le fondamenta. Un ulteriore provvedimento consiste nel costruire un pozzo radon, che risucchi sistematicamente il radon in un determinato punto della casa e lo espella attraverso una condotta stagna dal tetto o dalla facciata.

Sono previsti contributi pubblici per le azioni di rimedio contro il radon?

Sì, il Ministero per i beni e le attività culturali eroga una serie di contributi in diversi settori di attività. La parte più consistente riguarda il Fondo unico per lo spettacolo che è amministrato dalle due Direzioni generali per il Cinema e lo Spettacolo dal vivo. Sono previste, poi, facilitazioni per gli immobili gravati da vincoli, così come sono state approvate norme per facilitare la costruzione di impianti sportivi. Ci sono, poi, contributi diretti volti a sostenere l’attività di Istituzioni e associazioni culturali e misure per facilitare l’attività delle società sportive.